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10/09/11

Pane ai cereali

"La diversità dei suoli, del clima e delle piante ha contribuito alla diversità delle culture alimentari nel mondo. I sistemi alimentari basati sul mais dell'America centrale, quelli asiatici basati sul riso, la dieta etiope a base di telf, l'alimentazione basata sul miglio dell'Africa non sono una questione agricola ma elementi centrali della diversità culturale. Sicurezza alimentare non significa solo accesso a una quantità sufficiente di cibo ma accesso ad alimenti culturalmente appropriati." Vandana Shiva
L'organizzazione No patents on seeds combatte contro il numero crescente di brevetti su piante, semi e animali e riflette sull'impatto di questa nuova forma di colonialismo del mondo occidentale su allevatori e agricoltori, sulla biodiversità e gli equilibri ambientali. I brevetti creano nuove dipendenze tra multinazionali, e allevatori, agricoltori , produttori e consumatori e devono essere considerati  non solo come un abuso ambientale che nuoce agli equilibri naturali ed alla biodiversità ma anche come un'appropriazione illecita delle risorse naturali e culturali delle comunità agricole; un neo-colonialismo che disprezza la diversità culturale creando povertà ed emarginazione.  Il meccanismo dei brevetti nient'altro è che una bio-pirateria, furto di conoscenze indigene ad opera di multinazionali eseguita in nome della "proprietà intellettuale". Ma semi e piante sono doni della natura non proprietà private!



Il pane che vi propongo oggi ha lo scopo di ricordarci la meraviglia della biodiversità: culturale, agricola e sociale; nel suo mescolare semi e farine di varie origini mi rammenta quanto è lungo il percorso verso la multiculturalità.


Quattro cereali per quattro farine, quattro colori, quattro consistenze, quattro aromi, quattro sapori: il grano tenero integrale di Poggio di Camporbiano, che asseconda con sufficiente facilità la mia voglia di lievitazione, il grano saraceno, scuro e ruvido, il kamut, l'ostinato, l'avena, la leggera.

La sera precedente alla panificazione rinforzo la madre aggiungendo acqua e farina e lasciandola fuori dal frigo per le successive 12 ore. Aggiungo all'impasto una quantità in eccesso di acqua e lascio che il risultato sia un impasto colloso (poolish).



La mattina lavoro150g di lievito con 150g di farina di grano, 50g di sfarina di segale, 50 g di farina di kamut, 50 g di farina di grano saraceno, un cucchiaio di malto d'orzo e l'acqua necessaria ad ottenere un impasto della giusta consistenza. Lascio riposare per 2 ore. Trascorso questo tempo sgonfio l'impasto con il mattarello ricavandone un rettangolo e lo piego a tre come inf oto; ruoto di 90° e piego ancora. Questa tecnica, suggerita spesso da Antonella Scialdone, ha lo scopo di far inglobare aria all'impasto per agevolarne la lievitazione.



 Attendo un'ora e ripeto l'operazione: schiaccio, piego, ruoto e piego ancora. Aspetto un'altra mezz'ora.  Trascorso questo tempo aggiungo un pizzico di sale all'impasto e una manciata di semi tostati misti (girasole, zucca, sesamo, lino), lavoro fino ad ottenere una palla liscia. Nel cestino da lievitazione infarinato spargo un'ulteriore manciata di seme vi adagio l'impasto.



Lascio lievitare fino al raddoppio del volume (dalle 2 alle 4 ore). Inforno a 220°C per circa 40 minuti.
Ottimo come pane salato da pasto ma anche a colazione con marmellate e miele.

02/09/11

Briochine latte e miele

"Fu così che un giorno a tavola, tagliando il pane l'operaio fu preso da un'improvvisa emozione nel constatare, meravigliato, che tutte le cose su quel tavolo bottilglia, piatto, coltello era lui che le faceva. Lui un umile operaio, un muratore. Guardò attorno: tinozza, panca, branda, calderone, vetro, parete, finestra, casa, città, nazione! Tutto, tutto quello che esisteva era lui che lo faceva. Un operaio che sapeva esercitare il suo mestiere. Ah, uomini di pensiero non saprete mai quante cose quell'umile operaio intuì in quel momento! In quella casa vuota che lui stesso aveva tirato su, un mondo nuovo nasceva, che lui nemmeno lontanamente immaginava. E l'operaio emozionato guardò la sua mano, la sua rude mano da operaio. E guardandola bene ebbe per un attimo l'impressione che non esistesse al mondo una cosa più bella."                                       Vinicio de Moraes   L'operaio in costruzione


Settembre. E' il tempo del fare. Conserve di pomodori per l'inverno, marmellate da riporre in dispensa, il forno che torna ad accendersi.
A casa è arrivato Zeno, un cucciolo d'uomo che in un attimo ha cambiato le nostre vite. E' a lui che dedico questa ricetta, gustosissima per le colazioni che un giorno faremo insieme, nella speranza che crescendo scopra quanto è importante l'azione, il fare prima del dire, l'esperienza libera prima dei sentieri già percorsi. Perchè, piccolo Zeno, "il cammino si fa camminando".


Rinforza la madre la sera precedente alla lavorazione aggiungendo acqua e farina all'impasto e avvolgendo il panetto in un canovaccio legato con lo spago. La mattina seguente il lievito sarà talmente forte da uscire dal canovaccio. Sciogli 150g di madre in 200ml di latte tiepido, aggiungi nell'ordine: 1 uovo intero e un tuorlo, 4 cucchiai di miele e 1 cucchiaio di malto d'orzo,  450g di farina di grano. Lavora energicamente l'impasto fino ad ottenere una palla liscia e omogenea. Aggiungi 100g di burro a temperatura ambiente e lavora ancora fino a che il burro non sia perfettamente amalgamato. Lascia riposare per 3 ore. Lavora nuovamente l'impasto e lascialo riposare per un'ulteriore ora.


Trascorso questo tempo crea con l'impasto un filone da cui ricavare circa 20 palline da 50g. Da ogni pallina, pizzicando la pasta tra pollice e indice ricava una strozzatura che separi due sferette di dimensioni diverse. Crea un foro nella sferetta più grande e fai passare all'interno quella più piccola. Riponi la brioche in un pirottino. Prosegui nello stesso modo fino ad esaurimento dell'impasto. Lascia lievitare fino al raddoppio del volume (dalle 2 alle 4-5 ore a seconda della temperatura, della forza dell'impasto ecc.).



Adagia le brioche in una teglia, spennella la superficie con un uovo e inforna per 15-20 minuti a 180°C.



Gusta le brichine a colazione accompagnandole con un po' di miele o marmellata.